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Melanoma: la terapia mirata a base di Dabrafenib e Trametinib in fase precoce è in grado di prevenire le recidive


La combinazione di due terapie a bersaglio molecolare, Dabrafenib ( Tafinlar ) e Trametinib ( Mekinist ), dopo rimozione chirurgica del melanoma ( terapia adiuvante ) offre un beneficio di sopravvivenza libera da recidiva ( RFS ) prolungato e duraturo ai pazienti ad alto rischio con diagnosi di melanoma con mutazione del gene BRAF in stadio III.

Nello studio COMBI-AD è stato osservato che il 52% dei pazienti trattati con Dabrafenib più Trametinib in adiuvante è ancora vivo e libero da recidiva dopo 5 anni.
Tra i pazienti inclusi nel braccio di trattamento con placebo, il 36% era vivo e libero da recidiva dopo 5 anni, in linea con i tassi di sopravvivenza libera da recidiva tipici del melanoma osservati nei pazienti in stadio III non-trattati farmacologicamente dopo la chirurgia.
Il trattamento con Dabrafenib e Trametinib ha ridotto il rischio relativo di recidiva o morte del 49% rispetto al placebo.

I pazienti che, alla diagnosi, presentano malattia allo stadio III sono circa il 15% di tutti i nuovi casi di melanoma, e risultano essere ad alto rischio di recidiva dopo l’intervento chirurgico con una prognosi significativamente peggiore.

I risultati dello studio COMBI-AD hanno mostrato che il trattamento adiuvante con Dabrafenib più Trametinib, dopo resezione chirurgica, offre una sopravvivenza libera da recidiva a lungo termine.
La maggioranza delle recidive, nei pazienti con melanoma in stadio III, si manifesta entro 5 anni e il melanoma ricorrente con mutazione di BRAF, una volta che si è diffuso agli altri organi, può essere pericoloso e più difficile da curare rispetto alla malattia iniziale.
Poter trattare i pazienti in questo stadio iniziale di malattia aumenta la possibilità di evitare una recidiva e, quindi, potenzialmente di curare il paziente, favorendone la guarigione.

I risultati dello studio COMBI-AD derivano da un’analisi prospettica su 870 pazienti con tumore resecato e mutazione BRAF V600, trattati con la combinazione Dabrafenib e Trametinib dopo intervento chirurgico.

Negli ultimi 5 anni, due strategie sono state sviluppate in fase adiuvante, da una parte gli anticorpi che bloccano i checkpoint inibitori del sistema immunitario e dall’altra la terapia target, quest’ultima specifica nei pazienti con melanoma BRAF mutato.
I risultati dello studio COMBI-AD hanno dimostrato l’efficacia della terapia target non solo a breve termine ma anche a lungo termine, essendo questo lo studio con il follow-up più lungo finora pubblicato.
A tre anni l’intervallo libero da recidiva è stato del 59%, a quattro del 54%, a cinque del 52%. Questo plateau fa ben sperare nella possibilità di guarigione per questi pazienti.
È importante, pertanto, anticipare il trattamento con la terapia mirata Dabrafenib più Trametinib nei pazienti in stadio III, cioè con coinvolgimento dei linfonodi regionali, che presentano alto rischio di recidiva di malattia, perché con questa strategia terapeutica è possibile ottenere una rilevante riduzione del rischio di recidiva in una significativa percentuale di pazienti, altrimenti destinati a una ripresa di malattia, molto spesso non guaribile quando è ormai recidivata.
Il profilo di tollerabilità del trattamento consente di mantenere una buona qualità di vita con una facile aderenza alla cura nella maggior parte dei pazienti.

Fonte: American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) Virtual Meeting, 2020

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