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Rischio di dipendenza patologica per molti giovani iperconnessi



Il 51% dei ragazzi di età compresa tra 15 e 20 anni controlla in media lo smartphone 75 volte al giorno. Il 7% lo fa fino a 110 volte al giorno, secondo il sondaggio online condotto dall'Associazione Di.Te. ( Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, Gap e Cyberbullism ) su un campione di 500 persone di età compresa tra i 15 e i 50 anni.

Fino al 13% degli adolescenti iperconnessi è a rischio di dipendenza patologica. Sono, infatti, in aumento nei giovani tra i 14 e i 18 anni disturbi quali ansia, depressione, insonnia e difficoltà cognitive. Alla base le troppe ore trascorse davanti a smartphone e altri device: più di 6 ore al giorno.

Like addiction, nomofobia ( eccessiva paura di rimanere senza il cellulare ), vamping ( moda degli adolescenti di trascorrere numerose ore notturne sui social media ) e challenge o sfide social, le nuove patologie da iperconnessione che causano stati di tensione emotiva persistente.

I giovani 3.0 non riescono proprio a staccarsi da cellulari, tablet, pc, playstation e social media, e il bisogno di controllare continuamente lo smartphone magari per chattare non li abbandona neppure di notte.
Spesso rimangono svegli fino all’alba a parlare e giocare con gli amici, leggere notifiche e messaggi.
Questi comportamenti vanno ad influenzare negativamente la qualità del sonno, con conseguenze nocive per l’organismo, soprattutto per lo sviluppo del cervello, ed interferiscono sulle attività quotidiane.
I ragazzi tendono ad isolarsi dal resto del mondo, chiusi nella propria stanza, spesso arrivano a rifiutare la scuola e ogni contatto che non preveda l'uso mediato del mezzo tecnologico. Sono molto più impulsivi, meno creativi, meno empatici e meno capaci di gestire le emozioni all'interno delle relazioni. Hanno grande difficoltà a gestire la noia, orientati a condividere tutto e subito, senza pensare alle conseguenze che ricadranno su di sé né tantomeno sugli altri perché poco sensibili a condividere, paradossalmente, il dolore altrui.

Gli adolescenti tra i 14 e i 18 anni trascorrono in media 6.26 ore al giorno davanti ai propri strumenti tecnologici preferiti per studiare, giocare, lavorare e socializzare.
Fino al 13% di loro è a rischio di depressione e di ansia.
I like e i commenti degli haters hanno un effetto devastante.

Il problema non riguarda solo i giovanissimi. In uno studio condotto nel 2017 su un campione di 300 studenti dell’Università dell’Aquila, nella fascia di età 18-25 anni, è emerso che il 6% aveva un rapporto patologico con internet, in particolare i maschi.

Come accorgersi se la dipendenza che caratterizza i ragazzi è nella norma o se invece sta diventando patologica ?

Ci sono alcuni campanelli d’allarme caratteristici come l'alterazione del ciclo sonno-veglia, l’isolamento sociale e il mutare di alcuni tratti caratteriali.
I genitori quando c'è un'alterazione delle abilità relazionali e sociali devono interrogarsi su cosa sta succedendo ai propri figli e favorire il più possibile il dialogo. Se questo non dovesse bastare, allora è bene rivolgersi a personale esperto.
L’obiettivo è favorire un uso intelligente delle tecnologie da parte degli adolescenti, dal punto di vista del tempo e della qualità.

La dipendenza da internet, pur non riconosciuta ufficialmente come patologia nei sistemi diagnostici internazionali ( DSM e ICD ), di fatto costituisce un problema clinico per il quale sono stati sviluppati interventi psicoterapeutici specifici, tra cui le psicoterapie di tipo cognitivo-comportamentale, di gruppo o individuali. ( Xagena Medicina )

Fonte: Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia, 2018

Xagena_Salute_2018


Per approfondimenti sulle dipendenze: PsichiatriaOnline.net https://www.psichiatriaonline.net/



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