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Miglioramenti nel trattamento dei tumori grazie ai farmaci a bersaglio molecolare e agli immunoterapici



I farmaci a bersaglio molecolare e gli immunoterapici stanno cambiando in modo radicale il trattamento della malattia oncologica.
In diversi casi si riesce a cronicizzare la malattia, con pazienti che possono condurre una vita normale anche per molti anni.
Questo riguarda tutte le principali forme tumorali, a partire dal tumore alla mammella e del polmone.

Tumore alla mammella

Le donne con la forma HR+/HER2 di carcinoma mammario rappresentano la grande maggioranza ( 63% ) di tutti i casi di tumore al seno.
Il nuovo standard per la cura di questa forma è rappresentata dalla combinazione di un inibitore dell’aromatasi in associazione con una classe chiamata inibitori delle cicline.
Recenti studi hanno confermato l’efficacia e la tollerabilità di Palbociclib ( Ibrance ), incrementando la possibilità di controllare il tumore della mammella metastatico ormono-responsivo pur continuando a garantire alle pazienti una buona qualità di vita.

Tumore al polmone

Il cancro al polmone rimane la prima causa di morte da neoplasia solida a livello mondiale e spesso viene diagnosticato in fase avanzata, ma i progressi sono stati tali da permettere oggi ad alcuni pazienti una migliore sopravvivenza, anche in quelli con forme complesse e particolari come alcuni tumori del polmone non-a-piccole cellule ALK-positivi.
Si tratta del 5% del totale dei tumori polmonari non-a-piccole cellule, e la loro caratteristica è di avere un riarrangiamento genetico, che ha causato la fusione del gene ALK con un altro gene.
In questi casi il rischio è dato dalle metastasi cerebrali, evento che si verifica in un paziente su tre.
Lo studio ALEX ha dimostrato che con una nuova molecola, Alectinib ( Alecensa ), si ottiene una riduzione della progressione della malattia a livello cerebrale, con maggiore efficacia rispetto alla terapia standard e una migliore tollerabilità.

Sempre nel tumore del polmone è stata confermata l’efficacia in prima linea di Pembrolizumab ( Keytruda ), con l’aggiornamento dei risultati dello studio di fase II KEYNOTE-021G, che riguardano pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule, non-squamoso, con o senza espressione PD-L1, in prima linea di trattamento.
La combinazione della molecola immunoterapica con la chemioterapia ( Pemetrexed e Carboplatino ) ha evidenziato miglioramenti significativi dei risultati osservati nelle precedenti analisi, incluso un incremento sia nel tasso di risposta obiettiva ( ORR ) che nella sopravvivenza libera da progressione di malattia ( PFS ), rispetto alla sola chemioterapia.
Con una mediana di 18.7 mesi di follow-up, più della metà dei pazienti nel braccio di combinazione con Pembrolizumab hanno risposto alla terapia rispetto a circa un terzo nel braccio con Pemetrexed più Carboplatino. ( Xagena Medicina )

Fonte: Esmo per l’Italia, 2017

Xagena_Salute_2017


Per approfondimenti sui Tumori: OncologiaMedica.net https://www.oncologiamedica.net/



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