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Congresso EHA - Mieloma multiplo: la combinazione Elotuzumab, Pomalidomide e Desametasone riduce il rischio di progressione



Nello studio di fase II, ELOQUENT-3, che ha valutato l’aggiunta di Elotuzumab ( Empliciti ) a Pomalidomide e basse dosi di Desametasone ( EPd ) in pazienti con mieloma multiplo recidivato / refrattario ( RRMM ), è stato raggiunto l’endpoint primario.

Dallo studio è emerso un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo della sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) nei pazienti trattati con il regime EPd rispetto a quelli trattati con la combinazione Pomalidomide e Desametasone ( Pd ).

ELOQUENT-3 è l’unico studio randomizzato, con braccio di controllo attivo, finalizzato a valutare una tripla combinazione a base di Pomalidomide in pazienti con mieloma multiplo recidivato / refrattario che hanno ricevuto almeno due linee precedenti di trattamento tra cui Lenalidomide e un inibitore del proteasoma.

Nello studio ELOQUENT-3 sono stati randomizzati 117 pazienti con mieloma multiplo che avevano ricevuto due o più trattamenti precedenti ed erano o refrattari o recidivi e refrattari a Lenalidomide e a un inibitore del proteasoma.
I pazienti sono stati randomizzati con un rapporto 1: 1 a ricevere EPd ( n = 60 ) o Pd ( n = 57 ) in cicli di 28 giorni fino a progressione della malattia o a tossicità inaccettabile.
I pazienti in entrambi i bracci EPd e Pd hanno ricevuto 4 mg di Pomalidomide dai giorni 1 a 21 di ciascun ciclo e l’equivalente settimanale di 40 mg o 20 mg di Desametasone rispettivamente per i pazienti fino a 75 anni o di età superiore a 75 anni.
Nel braccio EPd, Elotuzumab è stato somministrato settimanalmente alla dose di 10 mg/kg EV ( per via endovenosa ) per i primi 2 cicli e di 20 mg/kg ogni mese a partire dal terzo ciclo.

I pazienti randomizzati nel braccio EPd hanno mostrato una riduzione del 46% del rischio di progressione della malattia ( hazard ratio, HR=0.54, IC 95%: da 0.34 a 0.86, p = 0.0078 ) rispetto ai pazienti nel braccio Pd, con una sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) mediana ( endpoint primario dello studio ) di 10.3 mesi ( IC 95%: da 5.6 a non-stimabile ), rispetto a 4.7 mesi ( IC 95%: 2.8 a 7.2 ) nei pazienti con Pd.

Il beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione nei pazienti trattati con EPd è stato consistente tra quelli che avevano ricevuto da due a tre linee precedenti di terapia ( HR=0.55, IC 95%: da 0.31 a 0.98 ) e da quattro o più linee precedenti di terapia ( HR=0.51; IC 95%: da 0.24 a 1.08 ).

Il profilo di sicurezza per EPd è risultato in linea con quanto riscontrato in precedenza per Elotuzumab e Pomalidomide.

Lo studio ELOQUENT-3 è il primo studio randomizzato che ha confrontato lo standard di cura, Pomalidomide e basse dosi di Desametasone, con e senza l’aggiunta di un anticorpo monoclonale.
Questi dati supportano l’ipotesi che l’aggiunta di Elotuzumab a Pomalidomide e Desametasone fornisca un effetto sinergico e prolunghi significativamente la sopravvivenza libera da progressione nei pazienti con mieloma intensamente pretrattati, indipendentemente dal numero di terapie precedenti.

Il doppio dei pazienti randomizzati alla terapia con EPd ha risposto al trattamento rispetto a quelli randomizzati al solo Pd.
I pazienti randomizzati a EPd hanno dimostrato un tasso di risposta globale ( ORR ) del 53% ( IC 95%: da 40 a 66 ), rispetto al 26% ( IC 95%: da 16 a 40 ) dei pazienti randomizzati a Pd.

Il tempo necessario a raggiungere la prima risposta è stato paragonabile per i pazienti che ricevevano EPd e Pd, rispettivamente a 1.95 e 1.91 mesi.

Al momento dell’analisi non è stata raggiunta la durata mediana della risposta tra i pazienti randomizzati in EPd.

La sopravvivenza globale, un endpoint secondario, sebbene non-maturo al momento dell'analisi, ha mostrato un andamento favorevole per EPd rispetto a Pd ( HR=0.62, IC 95%: da 0.30 a 1.28 ).

Gli eventi avversi di grado 3-4 correlati al trattamento sono stati comparabili tra i gruppi EPd e Pd. Infezioni di qualsiasi grado si sono verificate nel 65% dei pazienti in entrambi i bracci.
I tassi di reazioni avverse ematologiche più comuni di grado 3-4, neutropenia e anemia, sono stati più bassi tra i pazienti che ricevevano EPd ( 13% e 10%, rispettivamente ) rispetto ai pazienti trattati con Pd ( 27% e 20% ), nonostante una maggiore esposizione nel gruppo trattato con EPd e una simile intensità di dose di Pomalidomide tra i bracci.

Gli eventi avversi hanno portato all’interruzione del trattamento nel 18% dei pazienti nel braccio EPd, rispetto al 24% dei pazienti nel braccio Pd. ( Xagena Medicina )

Fonte: 23rd Congress of European Hematology Association ( EHA ), 2018

Xagena_Salute_2018


Per approfondimenti sul Mieloma multiplo: Ematologia.it https://www.ematologia.it/



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