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Verzenios nel cancro al seno HR+/HER2- ritarda il ricorso alla chemioterapia e aumenta la sopravvivenza


L’Agenzia italiana del farmaco ( AIFA ) ha approvato la rimborsabilità di Verzenios ( Abemaciclib ) per le donne con il tipo di tumore al seno avanzato più frequente, quello ormono-sensibile ( HR+/HER2- ), che rappresenta circa il 70% dei casi.

Abemaciclib è un farmaco appartenente agli inibitori delle chinasi ciclina-dipendenti ( CDK ) 4 e 6, due proteine chiave che accelerano la velocità quando le cellule tumorali si replicano.

Gli inibitori CDK 4/6 ( Palbociclib, Ribociclib e ora Abemaciclib ) hanno modificato il trattamento di questo tipo di neoplasia.

Un’ampia analisi di 140 studi, pubblicata su Lancet Oncology, aveva già dimostrato che la terapia endocrina in combinazione con la terapia mirata con inibitori di CDK 4/6 non è inferiore alla chemioterapia.

Verzenios potrà essere prescritto a tutte le donne, in pre-, peri- o post-menopausa, con tumore alla mammella avanzato o metastatico positivo ai recettori ormonali, HER2 negativo, in associazione a un altro farmaco già in uso ( un inibitore dell’aromatasi o Fulvestrant ), sia come terapia di prima linea sia in chi ha già ricevuto una terapia endocrina.

L’approvazione da parte dell’AIFA segue quella europea dell’ottobre 2018, basata sui risultati di due studi clinici, MONARCH 2 e MONARCH 3, in cui il farmaco ha dimostrato non solo di raddoppiare la sopravvivenza libera da progressione, ma di aumentare in modo statisticamente e clinicamente significativo la sopravvivenza globale: da 37.25 a 46.72 mesi ( valori medi ).
L’efficacia è stata osservata anche per le donne con fattori prognostici negativi, il cui tumore era rapidamente progredito o si era diffuso ad altri organi, come il fegato o i polmoni dopo la terapia endocrina.
Oltre all’allungamento della vita, una analisi esplorativa dei dati ha mostrato che Abemaciclib, in combinazione con Fulvestrant, ha ritardato il tempo necessario prima del ricorso alla chemioterapia, con un tempo mediano alla chemioterapia di 50.2 mesi contro 22.1 mesi.

Gli effetti indesiderati più comuni di Abemaciclib ( che possono riguardare più di 1 persona su 10 ) sono: diarrea, infezioni, neutropenia ( bassi livelli di neutrofili, un tipo di globuli bianchi ), anemia ( bassa conta di globuli rossi ), stanchezza, nausea, vomito e diminuzione dell’appetito.

In Italia si stima che vi siano circa 37 mila le donne con un tumore metastatico, con 10 mila nuove diagnosi l’anno, di cui oltre 3 mila casi già metastatici alla prima diagnosi. ( Xagena Medicina )

Fonte: Eli Lilly, 2020

Xagena_Salute_2020


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