Salute
I polifenoli, composti naturali presenti in abbondanza in frutta e verdura sono salutari ?
I ricercatori dell’Istituto di scienze dell’alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche ( Isa-Cnr ) di Avellino hanno cercato di dare una risposta con due distinti studi.
Gli autori hanno concluso che lo studio degli effetti benefici dei polifenoli nella prevenzione e nella terapia del cancro va affrontato sfruttando modelli cellulari adeguati e selezionati per la loro elevata specificità.
L’efficacia va, pertanto, valutata con attenzione.
Nella ricerca pubblicata su Seminars in Cancer Biology, è stata analizzata la capacità dei polifenoli di agire da antiossidanti, cioè di neutralizzare i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento, evidenziando la differenza tra i dati ottenuti in modelli animali e cellulari, che confermano gli effetti antitumorali dei polifenoli, e i risultati degli studi clinici, spesso non-chiari o addirittura negativi.
Quando si considerano i potenziali effetti benefici dei polifenoli contro il tumore si deve distinguere tra prevenzione e terapia.
L’efficacia di un antiossidante non è la stessa nella cellula di una persona sana e in quella di un paziente affetto da tumore, a cui vengono somministrate alte dosi di antiossidanti in combinazione con radio o chemioterapia.
I ricercatori dell’Isa-Cnr hanno confermato quanto sostenuto da altri studi: i polifenoli in basse dosi, come quelle normalmente presenti in frutta e verdura, potrebbero esercitare il loro effetto agendo come blandi pro-ossidanti e stimolando così la risposta adattativa della cellula, cioè un potenziamento delle difese.
Al contrario, molte evidenze scientifiche mettono in guardia sull’efficacia del trattamento con antiossidanti in pazienti tumorali, nei quali possono indurre resistenza alla terapia convenzionale.
Nello studio pubblicato su Oncotarget è stata invece valutata la possibilità che singole molecole polifenoliche esercitino un’attività antitumorale, indipendentemente dalla loro natura di antiossidanti.
È il caso della Quercetina, un flavonoide presente in alimenti quali cipolle, mele, uva e vino rosso. La Quercetina facilita la morte di cellule maligne derivate dalla leucemia linfatica cronica, la più comune forma leucemica nell’anziano, resistente alla chemioterapia.
Nelle cellule derivate da un paziente affetto da una forma aggressiva di leucemia linfatica cronica, dosi farmacologiche di Quercetina hanno inibito l’attività di due enzimi chiave, il PI3K e il CK2, responsabili a livello biochimico della resistenza ai farmaci che inducono la morte cellulare programmata ( apoptosi ) delle cellule tumorali.
In pratica, la Quercetina potenzia l’efficacia dell’agente apoptotico ABT-737, un inibitore selettivo di Bcl-2, con sorprendente rapidità, entrando nelle cellule e bloccando il meccanismo che favorisce la crescita tumorale con un effetto che appare molto specifico. ( Xagena Medicina )
Fonte: Consiglio nazionale delle ricerche ( Isa-Cnr ), 2017
Xagena_Salute_2017
Per approfondimento: OncologiaOnline.net http://www.oncologiaonline.net/