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Durvalumab, un immunoterapico, migliora la sopravvivenza globale nei pazienti con carcinoma al polmone non-a-piccole cellule in stadio III, non-operabile



Nel corso del Meeting IASLC ( International Association for the Study of Lung Cancer ) sono stati presentati i dati di sopravvivenza globale ( OS ) dello studio di fase III PACIFIC con Durvalumab ( Imfinzi ); i dati sono stati anche pubblicati su The New England Journal of Medicine ( NEJM ).

Durvalumab ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale, uno dei due endpoint co-primari dello studio, rispetto allo standard di cura indipendentemente dall’espressione di PD-L1, riducendo il rischio di morte del 32% ( hazard ratio, HR=0.68; IC 99.73%: 0.47-0.997; p = 0.0025 ).
L’altro endpoint co-primario, la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ), era stato presentato a settembre 2017 in occasione del congresso ESMO ( European Society for Medical Oncology ), dimostrando un vantaggio di oltre 11 mesi.

Questi risultati sono estremamente incoraggianti per i pazienti con carcinoma al polmone non-a-piccole cellule in stadio III, non-operabile.

Il profilo di sicurezza e tollerabilità di Durvalumab è risultato in linea con quanto riportato al momento dell’analisi della sopravvivenza libera da progressione.
Tra i pazienti che hanno ricevuto Durvalumab gli eventi avversi più comuni ( superiori o uguali al 20% dei pazienti ), rispetto a placebo, sono stati tosse ( 35.2% vs 25.2% ), fatigue ( 24% vs 20.5% ), dispnea ( 22.3% vs 23.9% ) e polmonite da radiazioni ( 20.2% vs 15.8% ).
Il 30.5% dei pazienti trattati con Durvalumab ha manifestato un evento avverso di grado 3 o 4 contro il 26.1% di quelli che hanno ricevuto placebo, mentre il 15.4% dei pazienti trattati con Durvalumab ha interrotto il trattamento per eventi avversi contro il 9.8% di quelli in placebo.

Lo stadio III ( localmente avanzato ) del tumore NSCLC è comunemente suddiviso in tre sottocategorie ( IIIA, IIIB e IIIC ), definite sulla base di quanto il tumore si sia diffuso localmente e della possibilità di intervento chirurgico.
Questo si differenzia dalla malattia in stadio IV, dove il tumore si è diffuso ( metastatizzato ) a organi distanti.
Lo stadio III è attualmente trattato con intento curativo.

Il tumore del polmone non-a-piccole cellule in stadio III rappresenta circa un terzo dei casi di incidenza di tumore NSCLC, e si stima che abbia colpito nel 2017 circa 105.000 individui in otto Paesi ( Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti ).
Alla maggior parte dei pazienti con tumore NSCLC allo stadio III è diagnosticato un tumore non-operabile.
Prima dello studio PACIFIC, lo standard di cura consisteva nell’utilizzo di chemio-radioterapia, seguito da una sorveglianza attiva per monitorare la progressione.

Durvalumab è un anticorpo monoclonale umano diretto contro PD-L1, che blocca l'interazione di PD-L1 con PD-1 e CD80, contrastando i meccanismi di immuno-evasione messi in atto dal tumore e consentendo la riattivazione del sistema immunitario. ( Xagena Medicina )

Fonte: AstraZeneca, 2018

Xagena_Salute_2018


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