Salute
Dalla letteratura scientifica sta emergendo una correlazione tra sclerosi multipla e debolezza ossea con una maggiore incidenza di fratture, specie agli arti inferiori, rispetto a soggetti di pari età senza questa malattia neurologica.
Questo fatto non è legato solo al maggior rischio di caduta, secondario alle problematiche neurologiche, ma anche a una netta riduzione della massa ossea, uno stato di osteoporosi.
Questo appare dipendere dalla riduzione sostanziale dell'attività fisica, dalla ridotta concentrazione ematica di vitamina D e, molto probabilmente, anche da fattori neuro-infiammatori che inducono un aumento della degradazione dell’osso.
Ne consegue la necessità di prendere in considerazione il rischio osteoporosi in tutti i pazienti con sclerosi multipla, anche se giovani e in discrete condizioni neurologiche e di impostare idoneo trattamento.
Sono circa 2.5 milioni le persone in tutto il mondo che soffrono di sclerosi multipla, delle quali circa 600 mila in Europa.
In Italia, in particolare, si contano 180 casi ogni 100 mila abitanti, per un totale di 108mila casi.
La malattia esordisce prevalentemente nei giovani adulti ( 20-40 anni ) nei quali rappresenta, dopo i traumi cranio-spinali da incidenti stradali, la malattia neurologica invalidante più frequente.
I rischi di contrarre la sclerosi multipla possono essere legati a particolari aspetti ambientali e genetici. Ad esempio il Nord Europa ha una prevalenza di malattia più alta rispetto al Sud Europa e le persone di colore hanno una minor frequenza di malattia rispetto ai caucasici.
Nella sclerosi multipla, la mancanza di equilibrio può comportare difficoltà nella deambulazione e nella stazione eretta. Tende a essere un sintomo che progredisce con il progredire della malattia e viene considerato tra i più disabilitanti, perché purtroppo i trattamenti farmacologici e riabilitativi a nostra disposizione non hanno evidenza di efficacia.
Si è inoltre constatata l’esistenza di una carenza di vitamina D nei pazienti con sclerosi multipla, per cui è sempre necessario dosarla e correggere farmacologicamente la sua carenza.
Tuttavia, sulla base degli attuali studi, la vitamina D non deve essere somministrata come vera e propria cura della sclerosi multipla. ( Xagena Medicina )
Fonte: SIRN - Società Italiana di Riabilitazione Neurologica, 2017
Xagena_Salute_2017
Per approfondimenti: SclerosiOnline.net http://www.sclerosionline.net/