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Infarto miocardico, prevenzione e cura della fase acuta



Ogni anno in Italia si registrano 200mila nuovi casi di infarto miocardico, e le persone che sopravvivono a un infarto sono più di un milione e mezzo.

L'infarto miocardico si verifica quando un trombo occlude una o più arterie coronariche, interrompendo o riducendo l’afflusso di sangue al muscolo cardiaco e causando la morte delle cellule del cuore.

La gravità delle conseguenze dell'infarto miocardico dipende dall'ampiezza della zona del cuore colpita e dalla profondità della lesione. Se l'infarto interessa solo una zona limitata del muscolo cardiaco e dura meno di un'ora, generalmente le conseguenze non sono gravi e, con una terapia adeguata, il cuore potrà riprendere la propria funzionalità con conseguenze trascurabili. Se invece la lesione del muscolo cardiaco è molto estesa, l'infarto può provocare la morte o invalidità permanente.

Il primo sintomo dell'infarto miocardico è rappresentato da un dolore, o meglio una sensazione di fastidio, oppressione o bruciore al petto. Il disturbo compare al centro del petto, in corrispondenza dello sterno e spesso si irradia verso la schiena, il collo, la mascella o il braccio sinistro.
Altri sintomi concomitanti possono essere la dispnea ( mancanza di fiato ) a riposo, disturbi del ritmo cardiaco ( aritmie ), palpitazioni, sudori freddi, nausea o vomito.

Nel caso dell'infarto miocardico, la tempestività dei soccorsi è determinante per la salvezza del paziente.
Circa tre quarti dei decessi avvengono nelle prime ore di insorgenza dei sintomi e in ambiente extraospedaliero.

L'obiettivo della terapia dell'infarto miocardico è quello di ripristinare il più rapidamente possibile l'afflusso di sangue al tessuto miocardico e circoscrivere così l'area colpita.

Per riaprire l'arteria coronarica ostruita si può far ricorso ai trombolitici in grado di sciogliere il trombo che causa l'occlusione delle coronarie.
L'efficacia di questi farmaci dipende dalla tempestività della somministrazione: per limitare significativamente il rischio di gravi lesioni miocardiche, devono essere somministrati non oltre sei ore dall'evento infartuale, anche se i risultati migliori si riscontrano se si interviene entro un'ora.

L'angioplastica è una tecnica che consiste nell'inserimento nell'arteria ostruita di un catetere munito di palloncino.
Il palloncino viene condotto fino al punto di occlusione del vaso e quindi gonfiato e sgonfiato più volte per schiacciare il coagulo di sangue e riaprire l'arteria.
E' un intervento non-complesso, effettuato in anestesia locale e che può essere ripetuto anche dopo pochi mesi.
L'angioplastica deve essere effettuata in tempi rapidi, entro quattro o cinque ore dall'inizio della crisi.
Il by-pass è un'operazione chirurgica a cuore aperto da svolgere in anestesia totale, che comporta degenza in ospedale.

L'infarto del miocardio può essere prevenuto trattando i fattori di rischio e modificando il proprio stile di vita.
In particolare è importante:

a) seguire un'alimentazione sana, ricca di fibre ( frutta e verdure ) e pesce, povera di grassi saturi ( quelli di origine animale, carni rosse, salumi, insaccati, formaggi ) e con il giusto contenuto di calorie .La verdura e la frutta sono molto importanti perché oltre ad essere ricchi di fibre, sono molto ricche di potassio: una alimentazione del genere tipica dell’area mediterranea dei primi anni sessanta aiuta ad abbassare la pressione di circa 8-14 mmHg:

b) ridurre gradualmente la quantità di sale aggiunto alle pietanze e i cibi saporiti ( dado da cucina, cibi in scatola, carne, tonno, sardine, alici ecc, salse, sottaceti, formaggi, salumi e insaccati ) e la quantità di cibo che si mangia. La quantità di sale introdotto nella alimentazione, infatti, dipende sia dal sale aggiunto nella preparazione del cibo, sia dalla quantità di cibo che si mangia. La quantità di sale che si consuma nella giornata non dovrebbe superare i 5 grammi al giorno ( un cucchiaino da tè ). Un etto di prosciutto crudo contiene già i 5 grammi di sale raccomandati per l’intera giornata. Consumare non più di 5 g di sale al giorno riduce la pressione arteriosa fino a 6-8 mmHg;

c) limitare il consumo di alcol ( non più di 1 bicchiere di vino al giorno per le donne, non più di 2 per gli uomini ). Con la riduzione dell’alcol la pressione si può ridurre di 2-4 mmHg;

d) ridurre il peso corporeo, in caso di sovrappeso / obesità: ogni 10 Kg di peso persi, la pressione arteriosa si riduce di circa 5-10mmHg;

e) praticare regolare attività fisica aerobica ( almeno 30 minuti di camminata a passo veloce, bicicletta, nuoto, per almeno 5 volte/settimana ): l’aumento dell’attività fisica produce la riduzione di 4-9 mmHg;

f) smettere di fumare

g) imparare a gestire lo stress ( yoga, tecniche di meditazione e di rilassamento, pilates ecc. ). ( Xagena Medicina )

Fonte: ALT, Ministero della Salute, 2017

Xagena_Salute_2017


Per appfondimenti: Cuore.net http://www.cuore.net/


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