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Valore prognostico nel lungo periodo del rigurgito mitralico nelle sindromi coronariche acute


Nei pazienti con sindrome coronarica acuta, il rigurgito mitralico è comune, e fornisce un valore prognostico aggiuntivo rispetto a quello del peptide natriuretico di tipo B ( BNP ), della frazione d'eiezione ventricolare sinistra ( FEVS ) e delle caratteristiche cliniche del paziente.

Uno studio condotto presso il Karolinska University Hospital a Stoccolma in Svezia, ha preso in esame 725 pazienti con sindromi coronariche acute.

Durante un periodo osservazionale mediano di 98 mesi, 235 pazienti ( 32% ) sono morti.
Un rigurgito mitralico significativo ( grado maggiore di 1 su 4 ) è stato riscontrato in 90 pazienti ( 12% ).

In un modello multivariato comprendente rigurgito mitralico di grado maggiore di 1, FEVS maggiore di 0.40 e livelli di BNP maggiori di 373 pg/ml ( 75° percentile ), il rigurgito mitralico è risultato significativamente associato alla mortalità a lungo termine ( hazard ratio, HR=2.28, p inferiore a 0.0001 ).

Anche dopo aggiustamento per i fattori di rischio convenzionali, il rigurgito mitralico è rimasto associato alla mortalità in modo significativo ( HR=1.53, p=0.02 ), così come allo scompenso cardiaco congestizio ( HR=2.08, p=0.003 ). ( Xagena Medicina )

Fonte:  Heart, 2010

Link: AngiologiaOnline.net

Link: MedicinaNews.it


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