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Un test predice l'efficacia dei vaccini antinfluenzali nei bambini con infezione da HIV



Un test genetico che permette di sapere se il vaccino antinfluenzale avrà o meno effetto sui pazienti affetti da infezione da HIV ( virus dell'immunodeficienza umana ), è stato messo a punto dal gruppo di ricerca in infezioni congenite perinatali guidato da Paolo Palma dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ed è stato pubblicato sul Journal of Immunology.

La ricerca ha coinvolto 40 pazienti affetti da HIV, e ha permesso di individuare i marcatori genetici che predicono quale sarà la risposta dell'organismo alla vaccinazione antiinfluenzale.

Questo approccio sperimentale rappresenta il primo passo verso un intervento vaccinale personalizzato per le categorie di pazienti a rischio come quelli immunocompromessi, che hanno cioè problemi di diversa natura legati a una insufficiente difesa immunitaria.

Quando si parla di copertura vaccinale, i bambini con HIV hanno bisogno di maggiori attenzioni rispetto alla popolazione pediatrica sana. Ad oggi però non esistono linee guida dedicate al follow-up vaccinale dei pazienti pediatrici immunocompromessi. Quindi, una volta vaccinati, questi bambini vengono ritenuti protetti.

Il test, tramite l'individuazione dei marcatori genetici specifici, rivela l'efficacia o meno del vaccino prima che venga somministrato.
In questo modo i medici possono impostare meglio il percorso terapeutico: scegliendo un'altra formulazione vaccinale alternativa laddove disponibile o chiedendone una specifica.

Il test predittivo dovrà essere testato su coorti più grandi per validarne l'efficacia anche per quella parte di popolazione pediatrica malata di HIV che risponde alla vaccinazione, ma in maniera insufficiente ( per durata temporale della copertura vaccinale o per la scarsa qualità della stessa ).

In prospettiva, questi test potranno essere allargati anche ad altre tipologie di pazienti immunocompromessi ( come ad esempio quelli reduci da un trapianto ) ed essere estesi alle diverse formulazioni vaccinali esistenti ( morbillo, meningite, ecc .).

Lo studio è stato possibile anche grazie all'utilizzo di una tecnica di analisi del sangue, messa a punto sempre dai ricercatori del Bambino Gesù, che consente di estrarre una grande quantità di informazioni dal sangue di un bambino anche in presenza di campioni estremamente ridotti ( circa 2 millilitri di sangue ). ( Xagena Medicina )

Fonte: Ospedale Bambin Gesù di Roma, 2017

Xagena_Salute_2017


Per maggiori approfondimenti: AIDSonline.it http://www.aidsonline.it/


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