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Tumore del testa-collo, novità terapeutiche per i pazienti che non rispondono alla chemioterapia a base di Platino o a Cetuximab



In Europa, i tumori testa-collo sono ancora una patologia sottovalutata: il 60% dei pazienti si presenta infatti alla diagnosi con una neoplasia a uno stadio localmente avanzato.

Per tumori della testa e del collo si intendono le neoplasie che hanno origine nelle cavità nasali e nei seni paranasali, nella faringe ( rinofaringe, orofaringe ed ipofaringe ), nella cavità orale, nella laringe e nelle ghiandole salivari.
Il più frequente è il tumore alla laringe, seguito da quello del cavo orale e della faringe. Il 90% di questi tumori sono carcinomi spinocellulari ( o carcinomi a cellule squamose ); il restante 10 per cento è rappresentato da melanomi, linfomi, sarcomi e altri tumori.

Sono una patologia rara e nel 2017 sono attesi circa 9.400 nuovi casi, 7.200 tra gli uomini e 2.200 tra le donne.
Nel 2014 sono stati 2.917 i decessi per questi tumori e la probabilità di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, in coloro che sopravvivono a 1 anno, è pari a 68% negli uomini e al 74,3% nelle donne, mentre la probabilità di sopravvivenza tra coloro che sono sopravvissuti al 5° anno dalla diagnosi sale al 79.9% negli uomini e all’87.3% nelle donne.

I principali fattori di rischio del tumore testa-collo sono il fumo, il consumo di alcol e il papillomavirus ( HPV ).
Almeno il 75% dei tumori della testa e del collo sono causati da tabacco e alcol; le infezioni da tipi cancerogeni di papillomavirus, soprattutto HPV- 16, sono un fattore di rischio per alcuni tipi di tumori della testa e del collo, in particolare i tumori dell’orofaringe che coinvolgono le tonsille o la base della lingua.

La miglior prevenzione è l’astensione da alcol e fumo, anche perché i soggetti colpiti da questi tumori possono sviluppare anche seconde neoplasie a causa della prolungata esposizione a questi fattori di rischio.

In ambito terapeutico è stato pubblicato sul Journal of Clinical Oncology, lo studio di fase II a singolo braccio KEYNOTE-055.
Il trattamento con Pembrolizumab ( Keytruda ), un inibitore del checkpoint immunitario PD-1 ha mostrato risposte durevoli e clinicamente significative nei pazienti con carcinoma del testa-collo, localmente avanzato, refrattari sia alla chemioterapia a base di Platino sia a Cetuximab ( Erbitux ).

La percentuale di risposta globale ( ORR ) con il trattamento con Pembrolizumab è risultata del 16%, con 1 risposta completa, 27 risposte parziali ( 16% ) e 33 stabilizzazioni di malattia ( 19% ). Un totale di 87 pazienti ( 51% ) ha presentato progressione della malattia.
Rispetto al basale, le lesioni bersaglio si sono ridotte nella metà dei pazienti valutabili.

Le percentuali di risposta sono risultate simili a prescindere dalla positività o meno dello stato di HPV. Il tasso di risposta globale è stato del 16% nei pazienti HPV-positivi e del 15% in quelli HPV-negativi.

La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 2.1 mesi e la sopravvivenza globale mediana di 8 mesi.

Dallo studio è emerso che Pembrolizumab presenta attività antitumorale clinicamente significativa e un profilo di sicurezza accettabile nel carcinoma a cellule squamose recidivante / metastatico di testa e collo precedentemente trattato con Platino e Cetuximab.

I pazienti con tumore del testa-collo refrattari sia alla chemioterapia a base di Platino sia a Cetuximab presentano una prognosi non-favorevole.
Per questa popolazione di pazienti non esistono trattamenti approvati, e il Metotrexato, il trattamento più impiegato, garantisce un tasso di risposta del 5% circa. ( Xagena Medicina )

Fonte: Associazione Italiana di Oncologia Cervico-Cefalica ( AIOCC ) & ASCO, 2017

Xagena_Salute_2017


Per approfondimenti: OncologiaMedica.net http://www.oncologiamedica.net/


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