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Sclerosi multipla: alterata espressione dei geni coinvolti nella risposta antivirale e controllati dall’Interferone



Negli ultimi vent’anni l’uso dell’Interferone beta ricombinante nel trattamento della sclerosi multipla ha modificato la qualità di vita di chi soffre di questa malattia.
Il meccanismo d’azione di questa citochina nel trattamento della sclerosi multipla non è ben definito, così come rimane poco chiaro il meccanismo alla base della malattia.

In uno studio pubblicato su Scientific Reports, i ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano hanno scoperto che in presenza della malattia numerosi geni regolati dagli interferoni prodotti normalmente dall’organismo ( endogeni ) risultano espressi in modo anomalo nelle cellule dei pazienti, ovvero sono sovraprodotti o sottoprodotti.
Non solo, ma alcune anomalie riscontrate sono specifiche delle diverse fasi di malattia e vengono in parte corrette grazie alla somministrazione dell’Interferone beta ricombinante.

La ricerca che ha coinvolto i gruppi coordinati da Cinthia Farina presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele e da Eliana Marina Coccia presso l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, oltre a descrivere un nuovo meccanismo alla base della malattia e a spiegare il funzionamento di uno dei farmaci di prima linea usati nella sclerosi multipla, getta le basi per lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici e di nuovi marcatori predittivi della sua progressione.

I ricercatori del San Raffaele hanno analizzato in parallelo i campioni di sangue periferico di più di 500 pazienti con sclerosi multipla a diversi stati di progressione, prima dell'inizio del trattamento o sotto trattamento con Interferone beta, e i campioni di tessuto provenienti da topi affetti da encefalite autoimmune sperimentale, il modello sperimentale di questa malattia.
In tal modo hanno potuto misurare, sia nelle cellule umane che in quelle animali, i livelli di espressione dei geni regolati dagli interferoni, raccolti in maniera sistematica nel database Interferome sviluppato da Paul Herzog della Monash University in Australia.

L’ipotesi dietro il lavoro è nata da una scoperta fatta dal gruppo di Cinthia Farina, Unità di Immunobiologia delle Malattie Neurologiche, secondo cui singoli geni di suscettibilità alla sclerosi multipla coinvolti nella risposta agli interferoni, sono alterati nel sangue periferico dei pazienti, suggerendo la presenza, nella sclerosi multipla, di un’anomala risposta del sistema immunitario agli interferoni prodotti dall’organismo, e quindi un’anomala reazione antivirale.

In effetti, la risposta ai virus risulta alterata in alcune popolazioni cellulari del sangue periferico dei pazienti con sclerosi multipla, come dimostrato dagli studi del gruppo di Eliana Coccia, da diversi anni focalizzati a definire perché una citochina, quale l’Interferone beta, prodotta e impiegata dall'organismo umano per combattere i virus possa risultare anche utile nella terapia di una malattia autoimmune quale la sclerosi multipla.

Molti dei geni regolati dalle molecole che chiamiamo interferoni, sia nella malattia umana che in quella sperimentale, vengono in effetti trascritti in modo eccessivo, o al contrario in modo insufficiente.
Inoltre, l’espressione di circa la metà di questi geni viene modificata con la somministrazione di Interferone beta ricombinante.

Inoltre, al di là di un gruppo abbastanza ridotto di geni ( 21 ) la cui espressione è alterata in modo indistinto in tutti i pazienti ( ovvero indipendentemente dal tipo di sclerosi ) lo studio ha mostrato come numerose altre anomalie siano specifiche per stadi diversi di malattia.

Dallo studio è emersa la possibilità di utilizzare i profili di espressione genica nel sangue sia per la messa a punto di marcatori di progressione della malattia, sia per lo sviluppo di nuovi farmaci in grado di agire in modo complementare all’Interferone beta, ovvero di regolare l’espressione dei geni su cui quest’ultimo non interviene. ( Xagena Medicina )
Fonte: IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, 2017

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Per approfondimenti: SclerosiOnline.net http://sclerosionline.net/



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