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La risonanza magnetica pesata in diffusione è più utile di una TAC per la diagnosi di ictus ischemico


I medici dovrebbero impiegare la risonanza magnetica per immagini ( MRI ) pesata in diffusione per diagnosticare l’ictus anziché la tomografia computerizzata.
Questa è la raccomandazione dell’American Academy of Neurology ( AAN ).

Mentre la TAC ( tomografia assiale computerizzata ) rappresenta, attualmente, la metodica standard per la diagnosi di ictus, l’MRI fornisce maggiori informazioni riguardo ai danni associati all’ictus ischemico.

La maggior parte degli ictus sono di natura ischemica, causati dalla mancanza di flusso sanguigno a livello cerebrale, di solito a causa di un coagulo ematico.

La TAC è una metodica diagnostica per immagini, che sfrutta radiazioni ionizzanti ( raggi X ), mentre la risonanza magnetica utilizza un campo magnetico e le onde radio, fornendo immagini più chiare del tessuto cerebrale.
La risonanza magnetica pesata in diffusione misura il movimento molecolare dell’acqua nel tessuto; la limitata diffusione dell'acqua permette di rilevare danni cerebrali.

Secondo le nuove lineeguida AAN, l’MRI pesata in diffusione deve essere considerata più utile di una TAC per la diagnosi di ictus ischemico acuto entro 12 ore dalla manifestazione dei primi sintomi.
Uno studio di grandi dimensioni ha dimostrato che mediante risonanza magnetica sono stati correttamente rilevati l’83% degli ictus contro il 26% della tomografia computerizzata.

Inoltre, la risonanza magnetica permette in modo più accurato di rilevare lesioni ictali e contribuisce a stabilire la gravità di alcuni tipi di ictus o a diagnosticare altre condizioni mediche con sintomatologia simili.
Gli studi hanno dimostrato l'importanza di utilizzare la risonanza magnetica nelle emergenze mediche, ma sussistono dubbi riguardo all'uso della MRI per l’ictus in ambito clinico.

La tomografia computerizzata rimane procedura diagnostica primaria nel caso in cui sia necessaria la somministrazione endovenosa d’emergenza di terapia trombolitica per la dissoluzione dei coaguli ematici, qualora la risonanza magnetica non sia immediatamente disponibile; questo permette di evitare ritardi nell’inizio del trattamento. ( Xagena Medicina )

Fonte: AAN, 2010

Link: DiagnosticaOnline.net

Link: MedicinaNews.it


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