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Il blocco dell’attività della proteina Rac1 potrebbe restituire ai vasi sanguigni la funzionalità grazie alla riduzione dello stress ossidativo



Il blocco farmacologico dell’azione della proteina Rac1 potrebbe rappresentare una strada molto efficiente per ricostituire una corretta funzione endoteliale nei vasi sanguigni, una potenziale terapia contro diverse patologie vascolari.

Questo è il risultato di uno studio condotto dal Laboratorio di Fisiopatologia Vascolare dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli ( IS ) e pubblicato su Journal of the American Heart Association ( JAHA ).

I ricercatori hanno concentrato l’attenzione sulla disfunzione endoteliale, che colpisce il rivestimento interno dei vasi sanguigni, in particolare le vene.
L’endotelio è considerato un vero e proprio organo endocrino, e tra le principali funzioni svolte dalle sue cellule vi è la produzione di ossido nitrico, una piccola molecola gassosa che gioca un importante ruolo nella salute del sistema circolatorio.

Una alterazione delle funzioni endoteliali, con la conseguente modifica nel metabolismo dell’ossido nitrico, è alla base di molte patologie cardiovascolari, sia a carico delle arterie ( infarto miocardico, malattia arteriosa periferica, ictus ) che delle vene ( trombosi venosa profonda, insufficienza venosa ).

I ricercatori di Neuromed hanno preso in considerazione una proteina, Rac1, già nota per essere coinvolta nei processi infiammatori e nella risposta allo stress ossidativo a livello vascolare.

Gli esperimenti sono stati condotti, in laboratorio, su segmenti di vena safena prelevati da pazienti nel corso di normali interventi chirurgici per una insufficienza venosa o per eseguire un bypass.

Sono stati esplorati gli effetti di un blocco farmacologico di Rac1, e si è visto che su quei campioni di vene l’inibizione della proteina riportava alla normalità la funzione endoteliale, e questo veniva ottenuto attraverso una maggiore disponibilità di ossido nitrico.

Questi risultati potrebbero aprire la strada a un nuovo tipo di interventi terapeutici tesi a ridurre la disfunzione endoteliale nei pazienti.

Sono necessari ulteriori studi che, oltre ad approfondire i risultati raggiunti, dovranno verificare se lo stesso meccanismo può dare benefici anche a livello delle arterie. ( Xagena Medicina )

FontE: Neuromed - Istituto Neurologico Mediterraneo, 2017

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Per approfondimenti: Cardiologia.net http://www.cardiologia.net/



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