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Chemioresistenza nei tumori alla mammella aggressivi: Nutlina-3 associata a chemioterapia in un modello sperimentale



Una ricerca di IEO ( Istituto Europeo di Oncologia ), IFOM ( Istituto Firc di Oncologia molecolare ) e UNIMI ( Università Statale di Milano ), sostenuta da AIRC, ha individuato un farmaco contro le cellule staminali del cancro del seno. Più vicina la prospettiva di superare la chemioresistenza nei tumori più aggressivi.

Lo studio è stato pubblicato su EMBO Molecular Medicine.

Dai risultati è emerso, in un modello preclinico, che una classe di farmaci già in fase di sviluppo clinico, le nutline, è in grado di eliminare le cellule staminali del cancro, che non vengono colpite dalla chemioterapia e sono le responsabili della ripresa e della diffusione del tumore.

Associando la chemioterapia, che distrugge la maggior parte delle cellule tumorali, alle nutline, che distruggono le cellule staminali tumorali, le probabilità di guarigione aumentano.

Si tratta di una scoperta per ora limitata al campo sperimentale pre-clinico che dovrà essere convalidata da adeguati studi clinici.

In molte pazienti che si sottopongono a chemioterapia, il tumore va inizialmente in remissione, ma si ripresenta quando la terapia viene interrotta a causa della resistenza delle cellule staminali alla chemioterapia stessa.
E’ stato dimostrato che questo fenomeno, chiamato chemioresistenza, è dovuto alla presenza delle cellule staminali tumorali, cioè quelle cellule madri che continuano a riprodursi all’infinito e che sono in grado di promuovere la crescita dei tumori, anche se le figlie vengono distrutte dai farmaci chemioterapici.

I ricercatori hanno scoperto che un farmaco, la Nutlina-3, ha come bersaglio specifico le cellule staminali, ed è stato associato a Paclitaxel, un comune chemioterapico.
Nel modello preclinico, questa combinazione ha aumentato la risposta del tumore alla chemioterapia e ha ostacolato la ripresa di malattia dopo la sospensione del trattamento.

In studi precedenti i ricercatori avevano scoperto che la proteina Numb è un soppressore tumorale nella ghiandola mammaria ed è legato a un'altra proteina che ha a sua volta un ruolo noto nell’arrestare la proliferazione tumorale: p53.
Se il gene Numb viene danneggiato, i livelli di p53 diminuiscono, e questo meccanismo di doppia perdita causa lo sviluppo di tumori più aggressivi e particolarmente arricchiti di cellule staminali.
E’ stato allora studiato il legame fra Numb e cellule staminali, trovando che la perdita di Numb, con la conseguente riduzione di p53, aumenta la possibilità di comparsa e proliferazione di staminali tumorali. Così, in carenza di Numb, il tumore alla mammella si forma, si riforma e si diffonde, anche dopo trattamento chemioterapico.

L’obiettivo era dunque ristabilire i livelli di p53, lo scudo che ferma le staminali, nei tumori più gravi e chemio resistenti.
Una molecola già in fase di sviluppo clinico, la Nutlina-3, è in grado di ripristinare la quantità di p53 nei tumori mammari che hanno carenza di Numb, rendendo così il tumore meno aggressivo e meno ricco di staminali.
E’ stato inoltre sperimentato che l’associazione di questo farmaco con il Paclitaxel ottiene il doppio effetto di potenziare l’efficacia della chemioterapia e ostacolare la ricrescita post–trattamento. ( Xagena Medicina )

Fonte: IEO, 2017

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Per approfondimenti: OncoGinecologia.net http://www.oncoginecologia.net/



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